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I Confini di Trisa: I Racconti del Regno: 1

I Confini di Trisa - Cristiano Ciardi Solitamente quando un esordiente pubblica fantasy, tendiamo ad aspettarci un mondo di magia e creature fantastiche, cosa che non accade nel libro di Ciardi (a parte alcuni animali ideati da lui stesso) e di questo ne sono felice. Amo i fantasy dal sapore storico, incentrati sulle passioni umane e la natura, quindi è stato bello riscoprire nel libro i temi che apprezzo di più.
Leggendo il libro, la cosa che traspare con più evidenza, è l'amore profondo dell'autore per la natura e quindi l'inferiorità reverenziale dell'uomo in un rapporto romantico e vivo. Questa forse è la cosa che ho apprezzato di più nel romanzo, il messaggio che è quasi un appello per ristabilire l'equilibrio con la natura da noi troppe volte e per troppo tempo sfruttata. Allo stesso modo si ritrova anche il rapporto dell'uomo con gli animali e si sente fortemente la passione di questo autore verso di loro, tanto da farci sentire in dovere di cambiare qualcosa, perché possiamo e dobbiamo cambiare.
Il legame profondo che lega i Santri agli Uomini e la stupidità con cui questi ultimi hanno distrutto questo speciale e unico rapporto ci tocca nel profondo e ci porta a riflettere.
I messaggi di Ciardi all'interno del romanzo sono velati, dettati direttamente dalla narrazione e non suggeriti forzatamente dall'autore e questo lo rende più incisivo.
La società all'interno del libro è costruita in maniera interessante, i Prescelti non fanno parte di una profezia (come inizialmente temevo) ma si allontanano dal classico cliché perché si tratta di un semplice termine per distinguere persone dotate di una particolare qualità innata.
La vita nel Regno è fatta di lavoro e sacrificio, scelta e dovere.
Le donne hanno una parte importante nella società, non sono rilegate al volere dell'uomo, ma sono libere di scegliere della loro vita e hanno pari dignità. Nei fatti ho comunque trovato una prevalenza maschile su ogni campo, cosa che non pesa nella storia perché appunto le donne non sono considerate inferiori, ma che ho comunque trovato leggermente contrastante a ciò che viene spiegato della società. Ho però constatato un grande rispetto verso le donne e questo traspare da ogni incontro con loro.
Nonostante sia un'ambientazione abbastanza realistica, ho avuto per tutto il tempo la sensazione che mancasse qualcosa, come se non avessi dei tasselli importanti che stanno alla base del tutto. Un po' come vedere le montagne e non sapere come sono fatte le pianure pur sapendo che ci sono.
Forse dipende dal fatto che, trovando la società ben costruita (Ciardi infatti fa percepire la profondità di un vasto regno con diverse popolazioni e città, ognuna con le sue caratteristiche e abitudini), mi è però sembrata in qualche modo circoscritta, come se esistesse un'isola in mezzo al niente. So che ci sono dei regni vicini, ma non hanno praticamente contatti con loro (almeno di quelli che hanno nominato) e tutte le altre città fanno comunque parte del regno e quindi non c'è motivo di scontro o di problemi di nessun tipo. Parlo di sensazioni personali, non di errori nella narrazione.
Essendo il primo di una saga, sono sicura che ci sarà modo di approfondire il tutto, considerando il grande lavoro che è stato fatto sulla bellissima mappa. Per questo sono sicura che si tratti solo di una mia sensazione perché Ciardi ha costruito una mappa completa e vasta che ha ancora molto da raccontare dato che il libro narra le vicende di una piccola parte.
Questo primo libro della saga è un'introduzione al mondo e ai personaggi che però non manca di avventure e battaglie.
La vicenda è incentrata nel sud dove tutto sembra stabile e ben organizzato e l'unico problema riguarda i Santri, gli animali che hanno occupato una parte del territorio e devono essere sconfitti per far sì che gli uomini possano riprenderla e allargare i loro domini.
I personaggi sono quasi tutti dei veri eroi, a volte mi sono sembrati molto "ingenui" come delle anime bianche che non conoscono il vero male. Lo scontro nella storia è più psicologico che fisico perché è la ricerca del giusto a lacerare l'animo del protagonista. Cosa è più importante? Seguire il dovere e ubbidire alla volontà del propri superiori continuando ad essere l'esempio per il mio popolo oppure seguire l'istinto, il cuore e l'opinione personale fuggendo dai doveri e dall'onore?
Le amicizie sono facili, fin troppo, come se le persone dall'animo puro si riconoscessero in qualche modo tra gli altri.
I personaggi che ho apprezzato di più sono Rucro, che forse è la persona migliore della storia, Shaita e Asfan anche se di loro due purtroppo sappiamo poco e verso la fine della storia spariscono, lasciando con la voglia di saperne di più.
Mentre il protagonista è rimasto quasi in ombra, non sento di averlo conosciuto davvero, forse dipende dalla sua condizione di essere speciale.
La storia è dominata più dalle vicende che dai personaggi e alla fine della lettura, nonostante abbia una qualche conclusione, sono rimasta con la curiosità di conoscere la situazione di alcuni personaggi e soprattutto saperne di più del destino delle creature di Trisa.
La cosa migliore è stata scoprire che la religione ricorda gli antichi culti pagani, si tratta di una religione molto personale, vaga e privata, verso una dea senza nome che ricorda la Grande Madre.
Cristiano Ciardi scrive bene e ha delle buone potenzialità, però si sente che manca ancora una vera padronanza della narrazione e che si trova al primo libro. Andando avanti migliora piano piano, ma ha ancora del lavoro da fare per limare le piccole imprecisioni e le ingenuità della scrittura.
In ogni caso è una scrittura consapevole e scenografica. Bellissime le descrizioni della natura e del suo rapporto con l'uomo. Ho apprezzato le frasi con cui porta il lettore a riflettere e il modo in cui ha reso questa storia adatta ai giovani mettendo tutta la sua conoscenza ed esperienza senza appesantirla.
Con qualche piccolo accorgimento potrebbe diventare davvero un bel lavoro.
Quindi compimenti a Cristiano Ciardi e un forte in bocca al lupo per il proseguimento di questa saga che mi ha sorpreso e fatto passare delle ore piacevoli.

Grave Mercy: His Fair Assassin, Book I (His Fair Assassin Trilogy)

Grave Mercy - Robin LaFevers Recensione completa qui:
http://ilportalesegreto.blogspot.it/2013/07/recensione-…

Questo libro, arrivato quasi inaspettatamente a casa mia, mi ha sorpreso e donato diverse ore piacevoli di lettura. Si è rivelato tutt'altro rispetto a ciò che mi aspettavo e ne sono felice, perché ero pronta ad un pessimo libro e una grande delusione e invece mi è piaciuto molto. Forse la scarsa aspettativa ha giocato a suo favore.

"Hai mai danzato col diavolo nel pallido plenilunio?" chiederebbe Joker. Si dice che giacere con l'Ancella della Morte sia il miglior modo di morire, ma pochi conoscono i segreti che si nascondono nel convento di Saint Mortain, dove alcune suore, dedite al culto dell'antico Dio della Morte, alleva le sue figlie a diventare delle spietate assassine per eseguire le sue volontà.
Così Ismae, segnata fin da bambina da un destino oscuro che la porta ad essere temuta ed odiata da suo padre, con una madre che ha tentato di abortire lasciandole per questo delle terribili cicatrici sulla schiena, viene data in sposa a un volgare e violento allevatore di maiali. Ma proprio nel momento peggiore della sua vita, in cui crede che tutto è perduto, viene salvata e portata ad un convento, dove scopre che il suo essere figlia del Dio della Morte non le ha donato solo tanta sofferenza, ma anche dei doni e una Missione.
Ismae vede in tutto questo un sogno, un riscatto ad anni di sofferenze e umiliazioni. Per questo non esita quando le viene proposto di diventare un'Ancella della Morte, un mezzo per servire il convento che l'ha accolta e mostrato la verità della sua condizione e sempre per questo non si pone domande o dubbi su ciò che le viene ordinato, ma lo segue con cieca fiducia e determinazione.
Ritrovandosi all'interno della Corte di Bretagna, un luogo di intrighi e complotti, i confini di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato diventano sempre più labili e si trova faccia a faccia con la realtà ambigua della vita.
La sua cieca dedizione non basta a chiuderle il cuore da ogni sentimento e a fianco di Gavriel Duval, di cui dovrebbe diffidare, comincia a sentire stretto il dovere verso il convento. Cosa è veramente importante? E quali segreti nasconde davvero la Morte? I dubbi si insinuano nel suo cuore, di pari passo con cui l'amore comincia a farsi strada nonostante tutto. Ismae dovrà imparare a distinguere ciò che è giusto da cosa e sbagliato e quanto queste distinzioni siano semplicemente due facce della stessa medaglia.

Ambientato in Bretagna verso la fine del 1400, "Il segno del destino" è un romanzo che cattura il lettore in una rete di intrighi a corte, tra merletti, veleni e armi nascoste in eleganti abiti. In un'epoca di grandi turbamenti e lotta per l'indipendenza, sarà proprio all'interno della corte di Anna di Bretagna, giovane duchessa di appena 11 anni, a decidere le sorti di un regno. La vicenda si basa su fatti storici, con personaggi realmente esistiti, in cui l'autrice ha voluto inserire degli elementi fantastici dosandoli però in maniera da renderli il più possibile plausibili, tanto che quasi non si notano, ma sono sufficienti per trascinarci in un'aria di mito e sogno.
Ispirandosi agli antichi culti celtici e alla leggenda delle ultime nove druidesse vissute in Bretagna, l'autrice ha creato un mondo segreto e magico, ma lasciando tutto velato a piccole dosi. Anche la storia d'amore rimane in disparte rispetto al resto della storia e cresce piano piano senza nessuno svenimento adolescienziale da parte della protagonista, cosa che ho apprezzato moltissimo.
Una storia che si trascina un intrigo dietro l'altro senza mai calare di interesse, ma dando sempre nuovi elementi che portano a una situazione sempre più difficile. L'autrice è riuscita ad essere il più possibile fedele alla verità storica, senza cambiare nessun importante avvenimento, ma aggiungendo semplicemente scelte narrative personali.
Nonostante sia una storia semplice e dedicata più agli intricati piani politici e ai segreti dei vari nobili che cospirano per i loro personali fini piuttosto che all'azione come si poteva presagire, ho trovato questa storia avvincente ed emozionante, forse perché era il tipo di storia che avevo bisogno di leggere in questo momento e che ha soddisfatto i miei desideri letterari. Ho apprezzato moltissimo i personaggi principali e anche un paio di personaggi secondari che non vedo l'ora di poter seguire e approfondire negli altri episodi della saga.
La determinazione di Gavriel Duval, il temerario Bestia e l'arrogante De Lornay, ma anche la coraggiosa Anne, la piccola Isabeu, la timida Annith, la misteriosa Sybella e naturalmente Ismae...
Rispetto a tutti i romanzi per giovani adulti di questi ultimi tempi, "Il segno del destino" è una boccata d'aria fresca, una nota positiva che mi ha entusiasmato. In particolare ho apprezzato moltissimo il finale autoconclusivo del libro nonostante sia parte di una saga. Mi è dispiaciuto per il finale, a mio parere troppo frettoloso che ha rovinato un po' la storia. Mi aspettavo qualcosa di più, molto di più, e invece nella parte in cui mi preparavo alle più grandi emozioni sono rimasta delusa dal trovare poche frasi riassunte.
In ogni caso rimane un'ottima lettura e non potrei essere più felice di averlo letto.
Se amate gli intrighi di corte, i romanzi storici con un tocco di antica e soffusa magia, unita ad antichi culti segreti ispirati ai cetli, in cui trovare una dolce storia d'amore senza sdolcinature, questo libro fa per voi.
Io sono in trepida attesa per il secondo. Speriamo che esca presto! Non vedo l'ora!

"Per quanto sia figlia della Morte e cammini nelle sue ombre oscure, qualche volta posso immergermi nella luce."

Obsidian (A Lux Novel)

Obsidian - Jennifer L. Armentrout Recensione completa qui:
http://ilportalesegreto.blogspot.it/2013/07/recensione-…

Ebbene si, anche io sono caduta nella trappola dell'ultimo acclamato romanzo Urban Fantasy per giovani adulti. Ero molto titubante all'idea di leggerlo, ma alla fine mi sono convinta che tentare non poteva essere terribile. Quindi ecco la mia breve recensione.

Ho appena finito questo libro, che come tutti quelli della Giunti Y, si legge tutto d'un fiato. La prima cosa che mi è successa è stato sbattere forte contro lo stipite di una porta che si è improvvisamente materializzato davanti a me, con il risultato di avere un labbro sanguinante e tumefatto. Inutile dire che ho subito pensato di non avere un motivo eroico che giustifichi questi segni da colluttazione come capita alle eroine di questi libri Urban Fantasy che vengono salvate e guarite magicamente dal bello di turno... Ebbene no, il motivo del mio deturpamento facciale è banale e vergognoso e no, non ho nessun essere extraterrestre a portata di mano che possa guarirmi. Motivo in più per ritenere questi libri pericolosi e donatori di false speranze. A parte gli scherzi, non so bene come giudicare questo libro perché non è eccezionale, ma non è nemmeno da buttare quindi credo che dipenda semplicemente da cosa cercate da questa lettura.

La storia è sempre la stessa o almeno la trama e le vicende seguono la ormai consolidata aspettativa su queste storie, però con delle curiose e interessanti varianti. Trovo che il libro sia piacevole da leggere e almeno ci sono note originali per cui nonostante sia bene o male già "visto" risulta in qualche modo nuovo.
Purtroppo sento che le potenzialità del libro e le note originali non siano state sfruttate a dovere e finiscono per rivoltarsi contro il libro stesso che a mio parere non ha niente di eccezionale, almeno non da riscuotere tutto questo successo.
Apprezzo molto l'assenza totale di smielosi dialoghi con improbabili dichiarazioni di amore eterno, ma ho anche trovato eccessivo il carattere da vero bastardo di Daemon. In un paio di occasioni l'ho trovato eccessivo. Mi è sembrato un po' strano ritrovarli quasi innamorati dopo quello che sembrava l'inizio di un odio profondo, ma comunque non pesa granché perché appunto sembra più una forte attrazione fisica che amore.
I protagonisti infatti, invece di sospirare e dispensare poesie disperate, passano la maggior parte del tempo a insultarsi a vicenda, indecisi se uccidersi a vicenda o lasciarsi andare alla travolgente passione che li ha colti. Sicuramente la tensione passionale tra loro si sente molto forte, alimentata da questo reciproco "odio", ma a volte mi è sembrata strana, forse eccessiva. Però ammetto che rende la lettura più
Un paio di scene mi hanno destabilizzato e mi è difficile spiegare le mie impressioni senza fare spoiler, quindi sono costretta a tacere, ma chiunque voglia parlarne può contattarmi per mail!
Molto carina l'idea di una blogger letteraria come protagonista, anche se è una cosa che rimane molto sullo sfondo.
Dee mi è sembrata eccessivamente succube e infantile, mentre ho trovato noiosa l'idea della bella di turno antipatica che vuole stare con il protagonista (che ovviamente non la considera minimamente).
Alcune spiegazioni sugli Alieni mi sono sembrate improbabili, ma se non vogliamo approfondire troppo possiamo apprezzare che ci sia stato almeno un tentativo di dare una spiegazione e una logica al tutto (anche se non riuscito).
Insomma niente di inaspettato, forse non era la lettura più adatta a me in questo momento, ma non mi ha emozionata per niente. Carino, leggero, scorrevole, ma niente che faccia spiccare particolarmente il libro.
Ripeto comunque che qualche buona idea c'è, quindi credo sia una lettura carina per ragazze molto giovani (se non ci fossero un paio di scene che mi hanno lasciata un attimo confusa e non perché io sia particolarmente pudica, ma solo perché mi sono sembrate eccessive e inverosimili).

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